AIMON – Associazione Italiana Movimento O.S.S

La violenza nei confronti degli operatori sanitari

Per violenza s’intendono tutti quegli atti e quegli abusi che umiliano degradano o danneggiano il benessere o la dignità di una persona. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel suo WORLD REPORTON VIOLENCE AND HEALTH definisce la violenza l’utilizzo intenzionale della forza fisica e del potere, minacciato o reale. Contro se stessi, un’altra persona, o un gruppo una comunità che determini o che abbia un elevato grado di probabilità di determinare lesioni, morte, danno psicologico, cattivo sviluppo o privazione .
Nel parlare di violenza correlata al posto di lavoro ci si riferisce a tutti gli episodi in cui gli operatore i vengono fatti oggetto di abuso minacce aggressioni in situazioni correlate al lavoro. La violenza a danno degli operatori sanitari è messa in atto da parte di pazienti, familiari, caregiver o visitatori. La violenza può essere perpetrata da altri operatori (bullismo mobbing….)

LO STATO ATTUALE E LE CRITICITA DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

Legge 113/2020 sulla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio sanitarie nell’ esercizio delle loro funzioni. La legge approvata il 14 agosto del 2020,in tema di violenza contro i sanitari riveste un’importanza fondamentale in quanto modifica direttamente il codice penale.
Introduzione di un secondo comma all’ art.583 quarter c.p che prevede la reclusione da 4a 10 anni per lesioni gravi cagionate agli esercenti professioni sanitarie e socio sanitarie e la reclusione da 8 a 16 anni per lesioni gravissime.
E ‘stata inoltre introdotta una nuova circostanza aggravante:

La legge introduce l’art. 2. OSSERVATORIO NAZIONALE SULLA SICUREZZA DEGLI ESERCENTI LE PROFESSIONI SANITARIE E SOCIO SANITARIE

a) Monitorare episodi commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;

b) monitorare gli eventi sentinella che possono dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;

c) promuover studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee per ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;

d) monitorare l’attuazione di misure di prevenzione e protezione e garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro anche promuovendo l’utilizzo di strumenti di video sorveglianza;

e) promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza, anche nella forma di lavoro d’equipe;

f) promuovere svolgimento di corsi di formazione per gli operatori sanitari, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto a migliorare la qualità di comunicazione con gli utenti.

La legge introduce all’ art.3. LA PROMOZIONE DELL’INFORMAZIONE

Il Ministero della Salute promuove iniziative di informazione sull’importanza del rispetto del lavoro del personale esercente una professione sanitaria o socio sanitaria , utilizzando le risorse disponibili a legislazione vigente per la realizzazione di progetti di comunicazione istituzionale.

La legge introduce all’art.7. MISURE DI PREVENZIONE

Al fine di prevenire episodi di aggressioni e di violenza, le strutture presso le quali opera il personale di cui all’art.1 della presente legge prevedono, nei propri piani per la sicurezza, misure volte a stipulare precisi protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire il loro tempestivo intervento.

La legge introduce all’art.8. GIORNATA NAZIONALE DI EDUCAZIONE PREVENZIONE CONTRO LA VIOLENZA NEI CONFRONTI DEGLI OPERATORI SANITARI E SOCIO SANITARI

LO STATO ATTUALE E LE CRITICITÀ DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 113/2020.

Malgrado l’entrata in vigore della legge 113/2020,inerente la violenza nei riguardi degli operatori sanitari e socio sanitari, dove c’è un inasprimento delle pene, la violenza nei luoghi di lavoro non è diminuita soprattutto a rischio sono i pronto soccorsi.
Riteniamo che ad oggi non ci sia stata un’applicazione vera e propria della legge ma bensì solo un’approvazione. Come succede spesso in Italia L’osservatorio come prevede l’art.2 è stato reso operativo poche settimane fa. Nell’organismo tra i componenti mancano i rappresentati delle associazioni di categoria OSS. Purtroppo siamo difronte a un vero e proprio cortocircuito a livello culturale. Occorre investire sulla prevenzione. La prevenzione richiede una cultura del lavoro dove le persone sono trattate con rispetto dai superiori e dai colleghi, dove il lavoro è riconosciuto come un bene dove il conflitto è efficacemente trattata.
Occorre investire in comunicazione soprattutto tra personale medico sanitario e socio sanitario e utente, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che nel tempo si è andato perdendo. In questi ultimi due anni la pandemia Covid 19 ha stravolto l’approccio dei cittadini rispetto alle strutture sanitarie.
Se in un primo momento sembravano diminuiti gli atti di violenza, negli ultimi mesi a seguito del graduale processo di riapertura, il fenomeno si è ripresentato ,ed è decisamente in crescita bisogna intervenire anche a livello contrattuale con nuove norme con integrazione mirate alla legge 113/2020. Ora che è operativo l’osservatorio effettuare un monitoraggio sugli episodi di Violenza con la rilevazione delle circostanze specifiche cioè se sono sempre state inoltrate le denunce/segnalazioni, se sono stati aperti i fascicoli presso le rispettive procure e se c’è stato costituzione di parte civile da parte degli interessati. Sarebbe anche auspicabile che nel prossimo contratto tra le dichiarazioni congiunte ci fosse l’obbligatorietà della segnalazione alla Procura da parte dell’azienda sanitaria e sulla necessitò della costituzione di parte civile a tutela dei propri dipendenti aggrediti ma anche dell’evidente interesse aziendale. Per quanto riguarda il monitoraggio i dati da raccogliere e studiare sono: la avvenuta stipula degli specifici protocolli operativi con le forza di polizia art.7 della legge. I casi in cui i protocolli sono stati attivati e gli esiti i casi in cui ad un’ episodio di violenza è seguita la segnalazione sull’autorità giudiziaria i casi in cui l’azienda sanitaria si è costituita parte civile. Dagli episodi recenti sembra che ci debba essere un’integrazione alla legge 113/2020.